Gianandrea |
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| mmmmmmmmm.. per me il discorso già qui si complica. L'amico di Marilena ha certamente ragione se per "parlare molto" intendiamo associare cose o azioni e nomi in numero elevato. Da non confondersi però, sia chiaro, coi discorsi che si fanno con le amiche e i pititì pototò tipo "apri la bocca patatino mio che la mamma ti da una cosa buona da mangiare". Qualsiasi PERIODO viene inteso dal cane come un mugolio o brontolio, dipende dal tono della voce. Ambedue le eventuali interpretazioni del messaggio da parte del cane, come si può facilmente capire, non hanno nulla a che vedere con il concetto espresso dalle parole. In questo senso chiederei a Vittoria di fare una piccola sperimentazione con Martin. La prossima volta, invece di "Martin, mi aspetti?" , prova a dire "Martin, i tortellini?". Dillo CON LO STESSO TONO con cui gli chiedi di aspettarti e poi vedi lui che fa. Tutto deve essere uguale, mi raccomando! Devi farlo una volta che esci veramente!!! Comunque è stracerto che un cane sa associare nomi e cose in numero più o meno elevato. Il record credo sia di un Belga che riportava circa 200 oggetti diversi su richiesta. Però, e qui dico quindi che la verità dell'amico francese non è l'unica, i cani non parlano fra di loro. E non si può dire che non comunichino. Per l'uomo parola è comunicazione, non per gli altri animali. Io credo che non "BISOGNA" parlare molto ai cani. ma "SI PUO'" parlare molto ai cani. Ciò che BISOGNA comunque è sicuramente comunicare molto. Scegliere se farlo con gesti e sguardi, posizioni del corpo o della testa come fanno loro oppure invece dando un nome alle nostre azioni, cose o ordini è per me una scelta di carattere personale. COme quelli che all'estero cercano il ristorante tipico e quelli che invece vogliono solo il ristorante italiano. Questione di gusti!
Iniziando da "e l'uomo incontrò il cane" (che comunque contiene alcune teorie che lo stesso autore smentì più tardi) che è il suo primo libro, credo che sia utile la lettura di Lorenz per imparare a porsi nella maniera corretta nei confronti del mondo animale. come manuale il mio preferito è "Ubbidienza Generale" di Inki Sjoesten, molto utile, pratico e chiaro. Anche Jan Fennell è molto piacevole da leggere, molto romanzata e discorsiva, dice però cose intelligenti e da indicazioni utili. Poi approccia la materia in un modo che mi è familiare e quindi mi piace. Un poco più tecnici (ma straordinari) sono i libri della norvegese Turid Rugaas una che "parla moltissimo" ai cani... con il corpo. buona lettura!
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